CERTI INCONTRI TI DANNO MOLTO DI PIU’ DI QUEL CHE POTEVI SOLO IMMAGINARE

13.03.2022

L'estate scorsa un mio collega mi chiede se posso insegnare il tiro con l'arco al figlio, e sin qui tutto normale, ma poi mi spiega le peculiarità del ragazzo. Mi dice "Mio figlio ha una forma di autismo non troppo grave", onestamente in un primo momento la cosa mi ha un attimo destabilizzato, anche perché per me era materia completamente nuova, avevo avuto già esperienza con la disabilità motoria anche importante, ma questo tipo mai.

Comunque rimaniamo che avrei provato a fargli tirare due frecce per conoscerlo e cercare di capire se la cosa sia fattibile.

Arriva il giorno stabilito e vedo arrivare questo ragazzone alto 15 cm più di me con due spalle da giocatore di football americano. Penso "Non farlo incazzare che questo è bello forte".

Ci presentiamo e subito con due domande cerco di capire in che ginepraio mi stavo infilando, ma con mia grande sorpresa nessun ginepraio ma un bel prato fiorito.

Il mio futuro allievo si è subito dimostrato reattivo e soprattutto attento alle mie spiegazioni, certo la coordinazione non era tra le migliori ma questo non ci ha scoraggiato.

Il suo entusiasmo e la sua conoscenza della "materia" mi hanno spiazzato, ha iniziato a parlare di compound, modelli che gli piacevano ecc....

Il suo indirizzo era chiaro, molto più di quello che avevo immaginato!!! La strada che avrei dovuto intraprendere per me era molto più nebulosa, ma la prospettiva era avvincente e a me le sfide piacciono; quindi, concordiamo che per ora il CO sarebbe stato messo in attesa e che gli avrei insegnato a tirare con l'arco olimpico. Lui con un po' di riluttanza ha accettato il compromesso e abbiamo fissato la prima lezione.

Nei giorni successivi ho iniziato a informarmi su come funzionano le cose con persone con queste particolarità, ho scoperto le nuove convenzioni e collaborazioni tra FITARCO e FISDIR (Freschissimi accordi del 2020), i regolamenti che vanno seguiti e soprattutto che il CO non è contemplato. Ho pensato che sarebbe stato un grosso problema spiegare la situazione e quindi ho deciso di tacere per il momento.

Arriva il giorno della prima lezione. Ho iniziato elencando tutte le regole di sicurezza cercando di essere il più possibile comprensibile e persuasivo. Poi ho iniziato il pistolotto del riscaldamento che ha creato qualche problemino, la sua coordinazione è stata messa a dura prova, ma la sua pazienza e caparbietà hanno sopperito. Quando ormai provato da tutto il preambolo gli ho dato l'elastico e gli ho fatto simulare l'azione che gli stavo spiegando ho notato sul suo viso un poco di delusione, subito sparita come gli ho consegnato l'arco per fargli tirare due frecce.

Tanti di voi mi diranno che forse avrei dovuto aspettare, ma io sono un poco anticonformista, penso che certi approcci si possano mettere in piedi solo in situazione perfette, ma che la perfezione non esiste e che quindi bisogna adattarsi e lavorare con ciò che si ha!!!

Il corso procede spedito, lui ascolta, mi fa tante domande, ogni tanto tira fuori il CO.

Io tengo duro e rimando il momento in cui gli darò la dura notizia che certo non gli piacerà.

Ad ogni lezione la sua coordinazione aumenta, l'arco olimpico si fa spazio e un bel giorno mi parla dell'arco che si vuole comprare. Eccolo il momento giusto e gli spiego come funziona l'attività agonistica per la sua categoria e che il CO non è previsto, la reazione è stata ottima ma mi ha scucito comunque la promessa che quando avrebbe tirato abbastanza bene con L'OL gli avrei fatto tirare qualche freccia con un compound.

Il tempo passa e ogni allenamento mi ha regalato sorprese e momenti magici.

Una tra le cose che mi sorprende di più e che non devo ricordagli di fare riscaldamento.

Un giorno durante l'allenamento mi prende in disparte perché mi deve parlare, mi racconta delle disavventure che ha avuto a causa della cattiveria che solo i ragazzini sono in grado di mettere in atto. E mi rende partecipe del suo obbiettivo segreto, mi dice "Io voglio dimostrare al mondo che sono come gli altri e posso fare tutto". Il tono di voce super serio mi ha fatto venire la pelle d'oca, e gli ho risposto che avrei fatto del mio meglio per permettergli di farlo. A questa promessa è seguita una stretta di mano e un abbraccio che penso non dimenticherò.

Finito il corso celebriamo insieme agli altri amici arcieri il suo ingresso a pieno titolo nella grande famiglia e gli consegno il diploma di arciere.

Da quel giorno abbiamo ripreso ogni punto della sequenza e allenamento dopo allenamento la sua comprensione del gesto atletico è migliorata costantemente.

Arriva il momento di acquistare l'arco, lui ha le idee molto chiare, ascolta i miei consigli ma sa cosa vuole e procede in autonomia all'ordine. Nel frattempo, gli presto il mio primo OL con tanto di stab pesi vari, la sua emozione è palpabile e il suo impegno ammirabile.

Un pomeriggio arriva in palestra con il suo zaino nuovo nuovo e il suo nuovo arco. Ragazzi non stava più nella pelle, la sua gioia era contagiosa e per la prima volta non ha fatto riscaldamento. Gli ho mostrato come montare e smontare tutta l'attrezzatura, lui mi ascoltava impaziente di provare il suo nuovo "amico".

La gioia delle prime frecce scoccate col suo mostro blu (Era una condizione tassativa, tutto doveva essere blu) penso che gli rimarrà e ci rimarrà impressa nella mente per molto tempo.

Arrivano le vacanze di Natale e qualche allenamento salta perché non avevamo posto per allenarci, alla ripartenza col nuovo anno ritorna in palestra e con somma sorpresa monta tutto da solo!!! Il segreto è che durante le vacanze si è allenato tutti i giorni a montare e smontare in modo da essere autonomo.

Durante certi allenamenti io gli chiedo qualcosa di difficile e lui spesso mi risponde che pretendo troppo da lui e mi ricorda che ha dei problemi e devo capirlo, la mia risposta è sempre che se gli chiedo qualcosa so che può farlo e che fa il furbo allora lui mi guarda un poco perplesso e mi risponde che ci proverà.

Ho lasciato di proposito alla fine del racconto un particolare di tutta questa storia, questo ragazzo non perde occasione di dirmi che mi vuole bene, ogni volta che ci salutiamo mi abbraccia forte. In tutto questo la presenza dei familiari è stata fondamentale e di grande aiuto.

Per finire, vi posso assicurare che tutto quello che gli ho dato è veramente poco, rispetto a tutto quello che mi ha insegnato questo grande amico arciere.

@mattematto